La Sardegna è una terra ancestrale che conserva il ricordo di incredibili riti, suoni che si perdono nell’eco del vento e anche un pizzico di quotidianità, che non guasta mai. Vi racconteremo di questo e tanto altro nel nostro articolo dedicato ai 6 musei più strani dell’isola. Se volete scoprire una Sardegna oltre il mare e siete dei curiosi investigatori delle antiche usanze, siete nell’itinerario giusto. Partiamo!
<<La Sardegna è una terra tra leggenda e verità.>>
Museo Domu De Janas La Rocca, Sedini (SS)
Come potevamo non inserire quello di Sedini nell’itinerario sui musei più strani dell’isola? Perché qui di stranezze ce ne sono tante. E quando dico tante non scherzo.
Innanzitutto il museo si trova all’interno di una vera e propria necropoli prenuragica, le cosiddette Domus de Janas (letteralmente “case delle fate”). Ma le stranezze non finiscono qui, perché una delle tante curiosità da sapere su questo luogo è che è stato abitato fino a poco tempo fa, prima che diventasse un museo.
Dall’epoca prenuragica a oggi ha subito tante trasformazioni. Possiamo definirlo un vero e proprio concentrato di storia sarda, poiché al suo interno ospita:
-la ricostruzione di una casa contadina dell’800, che conserva la struttura dell’edificio medievale precedente. Salendo le scale, completamente scolpite nella roccia, e sedendovi attorno al focolare che si trova al centro della stanza, potrete respirare un po ' di quell’atmosfera contadina che si viveva nel territorio fino all’800.
-sempre al primo piano si trova la ricostruzione di una casa signorile del ‘900. Potete trovare la ricostruzione di una camera da letto tipica, con tanto di letto di legno di artigianato locale.
-il piano terra conserva invece una mostra che racconta il territorio di Sedini a 360 gradi. Troverete spiegazioni sulle piante medicinali usate nelle terapie tradizionali, brevi cenni sulle streghe-guaritrici sarde e oggetti di uso quotidiano appartenuti alle famiglie sedinesi.
-ultima chicca, sempre al piano terra del museo, rimangono visitabili alcune domus de janas, che non sono state distrutte per la realizzazione delle stanze, quando Domu de Janas La Rocca non era ancora un museo.
Museo del Giocattolo Tradizionale della Sardegna, Ales (OR)
Per conoscere davvero una terra bisogna conoscerne la quotidianità. E cosa sono i giocattoli
se non quotidianità allo stato puro?
Il museo del giocattolo di Ales conserva una splendida raccolta di giochi tradizionali dei
bimbi sardi. La collezione comprende oltre 200 pezzi dalle forme più disparate: bambole,
palle, sonagli, trottole e oggetti in miniatura della vita agropastorale, come piccoli carretti,
che altro non erano che l’imitazione del lavoro dei genitori.
Come in ogni parte del mondo, il genitore è un riferimento per il proprio bimbo, e anche qui in sardegna si giocava a fare “la mamma”, “il cacciatore”, “il pescatore”, proprio per emulare i propri genitori e formarsi secondo la cultura del posto.
Ma come nasce l’idea di questo splendido progetto? Nasce dall’unione di due generazioni:
adulti e ragazzi. Dopo un attento studio dell’Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari della
Facoltà di Lettere e dell’Università di Cagliari, i ragazzi della scuola media di Ales hanno
realizzato tutti i giocattoli presenti nel museo. Uno splendido esempio di coinvolgimento
giovanile nella divulgazione della nostra cultura.
Mostra di Storia e Torture Medievali, Iglesias (SU)
Ubicata all’interno del Castello di Salvaterra, la Mostra di Storia e Torture Medievali nasce
da una grande passione. Tanti anni fa un uomo iniziò, per puro e semplice diletto, a fare
ricerca e riprodurre antichi strumenti di tortura medievale utilizzati dall’Inquisizione
cagliaritana. Iniziò da uno, poi ne fece un altro e un altro ancora. Fino a quando, 20 anni
dopo, raggiunse un’enorme quantità di riproduzioni, che però teneva riposte in cantina,
senza che nessuno potesse ammirarle.
Solo nel 2010 lui e un suo caro amico, che incontrerete a farvi da guida al Castello,
cominciarono a battersi per ottenere un luogo per esporre l’arte e la passione di quest’uomo.
Nel 2020, dopo 10 lunghi anni, riescono finalmente nel loro intento e il comune di Iglesias
concede loro l’intero Castello di Salvaterra.
Nei due piani del castello troverete di tutto: dalla “garrota” di origine spagnola a lance
medievali tipicamente sarde (a mio parere uno degli oggetti più interessanti della mostra, se
si pensa all’astuzia dei particolari che le costituiscono). Ma non vi dico altro, saranno questi
due uomini, con la loro grande passione, ad accogliervi al castello per rispondere a tutte le
vostre domande.
Museo de Antoine de Saint-Exupéry, Alghero (SS)
All’interno di Torre Nuova, ubicata nell’Area Marina Protetta di Capo Caccia, si trova
un'esposizione che ripercorre la vita dello scrittore Antoine de Saint-Exupéry, colui che
scrisse “Il Piccolo Principe”, per intenderci.
Perchè un museo dedicato a lui proprio qui ad Alghero, vi chiederete. Ciò che tutti non
sanno è che Antoine visse ad Alghero per alcuni mesi, poiché il suo mestiere principale non
era scrivere, ma guidare aerei militari. Antoine de Saint-Exupéry era un aviatore e visse ad
Alghero nel 1944, proprio in veste di pilota di aerei militari per le forze alleate americane
nella base di Fertilia.
Perciò, se siete in Sardegna e volete visitare qualcosa di veramente inusuale per l’isola, fate
un salto al museo di Antoine, il poeta aviatore che scrisse uno dei libri più letti del mondo.
Galluras: "il museo della Femina Agabbadora", Luras (SS)
La Femina Agabbadora, una delle figure più misteriose della tradizione popolare sarda.
Non sapete di cosa si tratta? Lasciate brevemente che vi spieghi prima di iniziare.
S’Agabbadora è una figura di donna che, si racconta, avesse il più arduo compito tra i
membri della comunità: quello di accompagnare i malati agonizzanti alla morte, togliendo
loro la vita.
Il museo, oltre che di questa misteriosa figura, ci parla anche di tanto altro. Ci parla del
contesto in cui essa agiva, parla della vita quotidiana dei sardi.
-il piano terra è dedicato alla vita agropastorale. Qui sono conservati antichi oggetti originali per la produzione del vino, l'agricoltura e la pastorizia, i più importanti mezzi di
sostentamento delle comunità della Gallura.
-al primo piano sarà pronta ad accogliervi una casa tipica gallurese, con tanto di utensili antichi dei generi più disparati. C’è la sala da pranzo con camino, dove le nonne si riunivano con i propri nipoti per raccontare storie di antiche fate e streghe dei pozzi. L’ultima stanza su questo piano è quella da letto, molto semplice e risalente al 1800, in cui è esposta la vera chicca di questo museo: la rappresentazione della femina agabbadora con tanto di “matzolu”, piccolo martello di olivastro che questa figura usava per praticare una sorta di eutanasia ante litteram.
-Al secondo (e ultimo piano) sono esposti gli attrezzi per due delle lavorazioni più importanti della vita agropastorale sarda: quella del sughero e quella della lana. Telai, macchine per la lavorazione della lana, ma anche un’esposizione dell’intera lavorazione del sughero, dall’estrazione dalla pianta al tappo.
Museo della stregoneria e della magia in Sardegna “S’omo 'e sa Majarza”, Bidonì (OR)
A Bidonì c’è “S’Omo ‘e Sa Majarza”, letteralmente “La casa della strega”. In Sardegna la
figura della strega è sempre stata, ed è tuttora, molto presente. Tralasciando l’aspetto delle
leggende, che descrive le creature più disparate, sono spesso definite “streghe” anche
semplici guaritrici che ancora utilizzano la medicina tradizionale sarda. E vi assicuro che
anche al giorno d’oggi non è per niente difficile trovare una “majarza”.
All’interno del museo sono conservati amuleti contro il malocchio, ricette e formule della
medicina tradizionale dell’isola. Una tra le tante è “Sa Mexina ‘e S’ogu”, ovvero la medicina
contro il malocchio, praticata da centinaia di persone ancora oggi. Oltre questo, il percorso museale parte dalle divinità dei morti dei romani fino ad arrivare all’inquisizione quattrocentesca con il “Malleus Maleficarum", libro che veniva utilizzato per tutti gli interrogatori che riguardavano la stregoneria.
Lo staff di Sardinia Itineraries ringrazia Elugu per l’articolo.
Se volete conoscere il suo mondo potete visitare il suo profilo Instagram (https://www.instagram.com/elugu_/?hl=it)